mercoledì 24 maggio 2017

Credevo di conoscere mia moglie... (prima parte)


Sono sposato da quasi dieci anni con Vanessa.
Abbiamo sempre avuto una vita sessuale molto attiva, anche dopo che è nata nostra figlia.
Ma in questi ultimi tempi sto scoprendo cose che non avrei mai immaginato.

Ad esempio...
Non so proprio da dove iniziare.
Forse è meglio seguire l'ordine cronologico delle cose.

Quando ci conoscemmo, avevamo entrambi circa venticinque anni. Io ero single da un bel pezzo, mentre lei si era da poco lasciata con il suo ex.
Eravamo fatti l'uno per l'altro: ci innamorammo quasi subito, e decidemmo di sposarci dopo meno di due anni.
Durante il fidanzamento facemmo solo del petting: lei voleva arrivare vergine al matrimonio, e io la amavo troppo per pensare di mettere in discussione i suoi valori: dopo tutto, avremmo avuto ampiamente tempo di rifarci dopo il matrimonio.
Era bellissimo farla godere sfiorandola con le dita e con la lingua, ed avevamo una confidenza tale che io le strofinavo la figa con il mio cazzo in erezione senza penentrarla, prima che lei mi ricambiasse il favore e mi facesse godere con le sue mani o con le sue labbra.



Finalmente ci sposammo.
Quando la presi per la prima volta, fui molto delicato: sentii la sua fighetta stretta allargarsi un po' per volta per accogliermi ma, come talvolta succede, lei non perse sangue.
Durante il nostro primo coito, mi disse che forse era perché si era masturbata molte volte: non vedeva l'ora di fare l'amore con me, e certe volte non aveva resistito alla tentazione di toccarsi.
Avevo sposato una donna virtuosa ma anche molto porca... era fantastico!

Durante la luna di miele facemmo l'amore almeno cinque volte al giorno, e dopo meno di due anni avevamo esplorato tutte le varianti concepibili per una coppia non bigotta: dal footjob al pompino con ingoio, dai sex toys (manette, vibratori ecc.) al sesso anale, dal sesso bendato (lei o me, a piacere) alla stimolazione della mia prostata.

Tutto perfetto!
Lei assecondava anche le mie richieste un po' più da maniaco, come uscire di casa con un vestitino corto e svolazzante, senza intimo, in una giornata di vento, sapendo che qualcun altro le avrebbe visto il culo o la figa; oppure, in un negozio di abbigliamento, lasciare aperta per una decina di centimetri la tenda del camerino dove provava gli abiti, per vedere quante persone si fermavano con apparente noncuranza a guardarla.

E, ogni volta che compivamo uno di questi esperimenti, appena tornati a casa facevamo l'amore con un'intensità quasi rabbiosa, come se... come se volessimo riaffermare che potevamo stuzzicare chiunque, ma ci appartenevamo.
Ripeto: tutto perfetto.

Ma un giorno cambiò qualcosa.

Una mattina, dopo che lei era uscita per andare al lavoro, cercando in un cassetto delle pile di ricambio, in una scatola trovai una busta.

Incuriosito la aprii (non avrei dovuto farlo!), e vidi una sua foto di qualche anno prima. Lei era insolitamente provocante per una ragazza che aveva voluto e saputo arrivare vergine al matrimonio.






Vanessa indossava una maglina, senza reggiseno, e con uno slip.
Chi aveva potuto farle uno scatto del genere?










Vidi che c'erano alcune altre immagini.

Era uno strip completo!
Prima Vanessa si mostrava a seno nudo, poi nell'atto di togliersi le mutandine...






E infine posava a gambe aperte, con indosso solo le calze.















Era bellissima.
Ma un dubbio mi stava facendo impazzire: chi l'aveva fotografata in questo modo? Quante altre persone avevano visto queste foto?

Sapevo che aveva avuto un solo ragazzo, prima di me, e che anche con lui aveva fatto solo del petting.
E, forse, delle foto.
E se fosse stato un altro ragazzo? E se c'erano altre cose di cui Vanessa non mi aveva mai parlato?

La chiamai sul cellulare, ma non rispose.
Avevo perso del tempo, ed ero di corsa. Mi attendeva una giornata impegnativa dal punto di vista lavorativo ma, di certo, quella sera al mio rientro il primo argomento da discutere era chiaro.


...Come è facile immaginare, non fu una giornata lavorativa molto produttiva. Non riuscivo a concentrarmi su nulla: domande e ipotesi mi bombardavano la mente.
Ma finalmente tornai a casa.

Vanessa mi accolse come sempre, baciandomi appassionatamente. Vedendo che non contraccambiavo con la stessa intensità, mi chiese "Giorgio, è successo qualcosa?".
Riuscii a mantenere la calma, mi diressi verso l'armadio al cui interno c'era la scatola con la busta delle foto incriminata, la aprii, mostrai le immagini a mia moglie e le chiesi "Voglio sapere da dove vengono queste foto, chi le ha fatte e chi le ha viste. E se c'è qualcos'altro che non so".

Vanessa le vide. Tra le mille paranoie che mi ero fatto in quella interminabile giornata di lavoro, avevo anche pensato che sarebbe scoppiata in lacrime, che mi avrebbe confessato chissà quali vergognosi segreti del passato...
Invece rispose con sorprendente calma.
"E' vero, c'è qualcosa di me che non ti ho mai detto. Ho pensato che l'unica cosa importante era che noi ci amassimo, e non cosa avevamo fatto prima di conoscerci, giusto? Anche tu una volta, parlando di sesso, mi hai detto che avevi fatto delle cose di cui non andavi orgoglioso, ma io ti ho detto che non mi interessava conoscerle".
Replicai "Ma credo che sia arrivato il momento di essere sinceri. Tutti e due. Vorrei che tu mi raccontassi qualcosa di queste foto, e delle altre cose che forse non so; io ti racconterò le cose... le cose che ho fatto prima di conoscere te".

"E' giusto, Giorgio", rispose Vanessa.

Dopo una pausa, continuò "Forse qualche volta ti sei chiesto come mai una ragazza che era arrivata vergine al matrimonio fosse sempre così... diciamo 'vogliosa' in campo sessuale. Forse non hai mai voluto sapere la risposta. Ma la risposta è che io ho avuto un'adolescenza molto... stimolante, direi. Ho conosciuto diversi uomini, spesso molto più grandi di me, e adesso non ti nasconderò nulla. Anzi: in un'altra scatola, ho delle altre foto che non ti ho mai mostrato. Da quelle foto potrai vedere la vita che ho vissuto prima di conoscerti, se vuoi. Vuoi vederle?".
"Sì", risposi.

Vanessa tirò fuori un'altra scatola che non avevo mai aperto in tutti quegli anni: pensavo che contenesse qualche vecchio capo di abbigliamento o altri ricordi innocenti.

"Guarda", mi disse.
C'erano delle altre foto.
Vanessa mi fece vedere il primo album.
"Questo è stato il mio primo contatto con il sesso. Avevo poco meno di diciassette anni, ed ero nella casa di campagna che la mia famiglia aveva parecchi anni fa".
"Ti ricordi Zio Claudio, no? Quello che è morto un paio di mesi fa. Quel giorno, lui era passato per una visita, ma i miei genitori erano fuori per fare la spesa e io, per una volta, stavo facendo le pulizie. Lui si mise a leggere qualcosa, per aspettarli".






"Ma quando mi abbassai per passare l'aspirapolvere sotto il divano, lui mi si avvicinò con sorprendente agilità. Mi ricordo le sue parole: 'Hai un culetto fantastico'. Lo supplicai di lasciarmi stare, ma inutilmente".


"Ero terrorizzata. Eravamo soli in casa, ed era molto più grosso e forte di me. Avrebbe potuto violentarmi, farmi male... invece si limitava ad accarezzarmi. Non so come, ma la cosa mi piaceva, e Zio Claudio se ne accorse dai miei gemiti".




"Mi abbassò i pantaloncini e le mutandine, e io non feci alcuna resistenza. Iniziò a leccarmi la figa... me la sentivo scottare: quel vecchio porco mi aveva fatto eccitare.
Mi chiesi se era lui ad essere un porco, o se ero io ad essere una... una ragazza facile, una puttana".








  "Mi prese per mano, mi fece sdraiare sul divano e mi leccò la figa per almeno una ventina di minuti, senza nemmeno sfiorarmi con le dita.
Quel porco ci sapeva fare, o forse io ero troppo eccitata: comunque il risultato fu che mi fece godere. Il primo orgasmo della mia vita non era avvenuto con il principe azzurro, come avevo sognato, ma con un vecchio porco.
Ma in quel momento ero troppo eccitata: mi tolsi la maglietta e mi iniziai a stuzzicare i capezzoli, mentre lui continuava a leccarmi. Per il mio secondo orgasmo ci volle molto meno tempo".


"Quando mi chiese se mi era piaciuto, non potei mentire e gli dissi di sì. Mi chiese se me la sentivo di rendergli il favore, facendo godere lui. Mi irrigidii, spiegandogli che ero vergine e che volevo rimanere tale.
Lui rispose che se n'era accorto, ma che gli andava benissimo anche una sega.
Mi inginocchiai di fronte a lui e gli presi in mano il cazzo.
Lo zio non era molto dotato, ma masturbandolo un po' riuscii a farlo diventare duro.
Quando stava per venire, mi spinse la testa in avanti, chiedendomi di prendergli il cazzo in bocca.
Lo avvolsi con le mie labbra solo per un paio di secondi. Poi continuai a masturbarlo, facendolo sborrare sul mio seno."

Vanessa concluse "Il fatto che esistano queste immagini è casuale. Zio Claudio mi aveva proposto di accendere la fotocamera per fare un filmato, una ripresa mentre facevo le pulizie: per anni, avrei potuto fare vedere quei fotogrammi ai miei genitori ogni volta che mi dicevano che in casa non collaboravo mai... ma ovviamente loro non videro mai niente".

Vanessa chiuse il primo album. Sicuramente c'erano altri album di foto, altre immagini, altre storie, ma in quel momento ero abbastanza frastornato. Mi mancava l'aria.

"Non è tanto quello che hai fatto... è che me l'hai tenuto nascosto... è questo che mi colpisce", biascicai.

"C'è.. c'è molto altro?", chiesi.

Vanessa arrossì e rispose "Sì... sì, Giorgio, c'è dell'altro. Non so se sia un bene che tu lo veda, però.".

Risposi "Io ti amo, tu sei la mia moglie fedele ed eccitante, e ti amerei anche se tu non fossi arrivata vergine al matrimonio, anzi: te l'ho sempre detto che la cosa mi stupiva".

Continuai "Sinceramente, anche se tu... anche se tu avessi fatto la maialina con altri uomini, non cambierebbe niente tra noi. Ma ora voglio vedere tutto: è un modo per conoscerti come non ti ho mai conosciuta. E anche tu saprai di me tutto quello che non ti ho mai detto in questi anni".


Vanessa sorrise e passò al secondo album fotografico. Anche questo conteneva poche immagini... ma quanti album c'erano? Non riuscivo a vedere quanto fosse alta la pila degli album nascosti in fondo a quella scatola.



Vanessa aprì il secondo album e mi spiegò "Poche settimane dopo quell'incontro Zio Claudio, all'osteria, dopo un paio di bicchieri si fece scappare che nella sua fotocamera compatta aveva un filmato in cui io ero nuda, e al terzo bicchiere lo fece vedere al suo amico Mattia".

"Quel porco di Mattia riuscì a convincerlo che, per farmi avere il video in modo da poterlo distruggere, Claudio doveva porre una condizione. E la condizione non poteva essere che fare un pompino proprio a Mattia".

"Ed ecco Mattia, un altro vecchietto".













"Accettai la proposta di Claudio: un pompino a Mattia per avere il filmato compromettente. Ma a mia volta imposi una condizione: anch'io dovevo godere, e in anticipo. E Mattia si rivelò bravo anche lui: mi solleticò la figa e il clitoride mentre mi stuzzicava un capezzolo, e mi portò all'orgasmo, mentre lo zio Claudio ci fotografava. Foto che, eravamo d'accordo, avrei tenuto solo io, questa volta.".



"Ero così eccitata che, quando Mattia mi chiese di leccargli l'ano prima del pompino (assicurandomi che si era appena fatto un bidet!), non gli dissi di no. Gemeva proprio come un porco!"








"Dopo un po' mi chiese di succhiarglielo". Con Zio Claudio avevo preso il cazzo in bocca solo per un istante, ma con Mattia decisi di sdebitarmi per l'orgasmo appena ricevuto facendogli un pompino vero e proprio. Lui mi dava indicazioni su come muovermi, mi spiegava i punti più sensibili... Quando stava per venire mi avvisò, in modo da potermi spostare, e lo feci sborrare masturbandolo. Sai, amore, che prima di te non avevo mai ingoiato la sborra di un uomo?"


"Non l'avevi ingoiata, ma allora vuoi dirmi che in qualche altra situazione l'hai presa in bocca e sputata?", chiesi.

Vanessa mi rispose maliziosamente "Ora non ricordo... chissà, forse se guardiamo qualche altra foto mi verrà in mente. Ma credo che sia meglio fare una pausa..." e, nel dirlo, si inginocchiò ai bordi del letto, si tolse la camicetta e mi abbassò i pantaloni.




"Mmmhhh, è già duro... Come mai?", mi chiese prima di dedicarsi a leccarmi le palle.

Risposi "Non lo so, forse sono eccitato perché ho scoperto che non ti ho trasformato io da verginella a donna esperta, ma qualcun altro... molti altri... Chissà chi ti ha insegnato a leccare le palle così bene... ohhh..."




Vanessa si spogliò completamente, mi leccò l'intera asta e, mentre mi deliziava con il tocco dei suoi capelli sciolti sul mio petto, prese il cazzo in bocca.
Fece una breve pausa. Mi disse "Non ti preoccupare... Non importa: comunque sia, l'ho imparato per te, amore", e ricominciò a succhiarmi in modo celestiale.





Poi si posizionò sopra il mio cazzo. Ero eccitato da impazzire, e le afferrai la testa dicendole "Prendilo, puttana! Chissà quanti ne hai succhiati... Più grossi, più piccoli... Dimmi, quanti ti sono venuti in bocca? Dimmelo, puttana!".
Ma non le tolsi il cazzo dalla bocca per sentire la sua risposta: non volevo saperlo... Non ancora, per lo meno!



Afferrai mia moglie per i capelli, e delicatamente ma con fermezza la spinsi a terra, dove si sdraiò a pancia in su.
Vanessa commentò "Sei proprio arrabbaito con me... o sei eccitato, amore?".
Senza risponderle, le infilai nuovamente il cazzo in bocca e ricominciai a scoparla così, chiedendole "Ti piace, puttana? Quanti ne hai presi, amore mio?". Mi girai leggermente a destra, in modo da poterle frugare la figa con un dito e, come prevedevo, scoprii che era zuppa.


Le dissi "Sei bagnata... e io non so se sei bagnata perché ti eccita essere trattata in modo rude, o perché stai pensando a tutti quelli che ti sei fatta... Adesso ti sborro in bocca... Sto per venire... Ma con me tu devi ingoiare! Solo con me, puttana! Bevila tutta... ahhh.... vengooo!!!".

Le sborrai in bocca, e lei ingoiò tutto, leccandosi poi le labbra con golosità.




Seconda parte: link

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